Pensare il Futuro – Maurizio Mussoni
8 Giugno 2020Filo Diretto AC | Giugno 2020
19 Giugno 2020Abbiamo chiesto a Sara, giovanissima della parrocchia di San Raffaele e studentessa del Liceo Classico che si sta preparando ad affrontare l’esame di maturità, alcune domande sulla sua esperienza.
Ciao Sara!
So che hai appena concluso i tuoi ultimi mesi di liceo classico “a distanza”: com’è stato avvicinarsi all’esame di maturità così?
Non ti nascondo che sia stata piuttosto dura: gli ultimi mesi del quinto anno sono probabilmente il periodo più atteso dell’intera esperienza liceale e dovervi rinunciare non è stato facile. Mi sono sentita privata del coronamento (e dell’apice) della mia carriera scolastica, pur comprendendo ovviamente la straordinarietà della situazione e la necessità di adeguarsi ad essa.
Sono convinta che l’esperienza di noi studenti, se comparata alle grandi prove di sofferenza e morte che tanti hanno dovuto fronteggiare in questo periodo, sia un nonnulla. Ognuno di noi ha avuto il dovere civile e morale di tutelare l’altro: stare a casa era l’unica soluzione.
Tuttavia, mi preme sottolineare come questi mesi siano stati per tanti studenti – non unicamente per noi maturandi – una profonda ferita. Al di là di tutti i disagi connessi alla DAD (connessioni internet labili, annullamento dei tempi e degli spazi nello svolgimento dell’attività scolastica, perenne connessione, mal di testa e mal di schiena cronici…), quello che noi studenti abbiamo sentito di più – e non è solo mia opinione – è stato il mostro della solitudine.
Siamo stati soli, profondamente, e penso che non tutti i professori siano riusciti a comprendere il piccolo grande dramma che stavamo vivendo. In questi mesi vi era urgenza di andare oltre alla forma, di fare ogni tanto una “lezione” per scambiare due chiacchiere, invece che per spiegare incessantemente un programma che sarebbe rimasto non verificato (e che ora ci troviamo ovviamente a svolgere da soli per l’esame).
Tanti decreti per “riaprire”, ma pochi per la scuola. Come ti sei sentita?
Trascurata. Mi sono sentita trascurata dalle istituzioni, e come me tutti i miei compagni, visto anche come altri paesi si sono approcciati alla questione. Chiaramente l’italia ha vissuto un’emergenza straordinaria e diversa, però forse si poteva fare di più. Spero che per settembre si cambi sguardo. Noi giovani non possiamo sempre essere “ultimi”.
No 100 giorni, no ultimo giorno di scuola,… Rimarrai col rimpianto?
Più che dei 100 giorni o dell’ultimo giorno di scuola rimarrò con il rimpianto di non aver goduto degli ultimi mesi con i miei compagni di classe. Il quinto anno è l’anno della maturità non solo scolastica, ma anche relazionale. Dopo tante difficoltà – e grazie a tante difficoltà – il mio gruppo classe aveva trovato un ottimo equilibrio e una mirabile sinergia. Non aver potuto vivere con i miei compagni e, dopo cinque anni posso dirlo, con i miei amici questi mesi è stato doloroso per me.
Nessuno scritto, super orale: come reputi questo esame? Chi pensi che verrà penalizzato o aiutato da questo modello?
Penso che sia una maturità mutilata, per stare in tema dannunziano. Le dinamiche della maturità non sono state chiare, da decreto, fino a maggio inoltrato. Ma poiché tra decreto e applicazione del decreto vi è un mare magnum, non abbiamo capito come si sarebbe svolta la maturità fino alla settimana scorsa. Il tre di giugno abbiamo avuto conferma di come preparare l’elaborato di greco e latino e non sono mancati i colpi di scena anche nelle altre materie. Ovviamente tutto è sempre accaduto in tempo reale, con messaggi ad ogni ora del giorno e noi, conseguentemente, siamo sempre stati connessi.
Penso che la rimozione della seconda prova possa essere stata oculata a livello generale. Tuttavia, a livello personale, avendo profuso sempre un grande impegno in traduzioni di greco e latino, non avrei disdegnato il mantenimento della seconda prova. Per me sarebbe stata un’occasione per dare prova delle competenze che ho acquisito con un duro lavoro durante il quinquennio.
Per quanto concerne l’eliminazione del tema di italiano, non sono per nulla favorevole. Penso che con tutte le tecnologie che abbiamo a disposizione saremmo stati perfettamente in grado di scrivere un tema online (si pensi ai tolc a casa per universitari…). Sarebbe stata un’ottima occasione per esprimere noi stessi e per dare voce a questi mesi di angoscioso e snervante silenzio.
Penso che l’orale sarà una pura formalità. Il format dell’elaborato delle materie d’indirizzo fa sì che io studi meno quelle delle altre. Nelle restanti materie ci si baserà su un vago “documento”. Penso che non sia per nulla il modo migliore di valorizzare degli studenti che sono rimasti a casa per quattro mesi a svolgere intere parti del programma da soli. Si tenga conto inoltre, come accennato, che in molti casi non vi sono state verifiche sull’acquisizione degli argomenti svolti. Le ore sono nella maggior parte dei casi state ore di spiegazione, che dovevano essere integrate da visioni di video su YouTube, Raiplay,… e dallo studio autonomo dei manuali.
Immersi in videolezioni h 24, hai avuto modo di continuare a coltivare il tuo percorso di fede in qualche modo?
In realtà poco. Purtroppo sono molto legata alla concretezza e alla fisicità delle cose e sentire “sulla pelle” le emozioni è una parte fondamentale della mia ricerca del divino.
Mi sono sentita ingabbiata in un mondo asettico fatto di schermi e muri bianchi e ho avuto profondamente paura. Ho avuto paura di un ipotetico futuro in cui la dimensione della relazione (con le persone, con i luoghi, con le situazioni…) sarà sempre meno concreta.
Il futuro. Non c’è stato modo in questi mesi di fare open day, orientamento universitario, ecc.
Unibo parla di corsi “metà in presenza e metà a casa”, si ragiona anche su 1/3 e 2/3. Cosa ti aspetti dal futuro?
Fortunatamente avevo le idee abbastanza chiare sul mio futuro. Scegliere l’università con gli open day online non deve essere proprio facile… Una scelta è fatta di sensazioni fisiche, impressioni, intuizioni di un istante, oltre che di calcoli razionali.
Spero tanto di poter vivere in presenza la mia università. L’istruzione via schermo è per me un crimine contro studenti e professori. Non vedo l’ora di avere dato la maturità per spegnere il computer per almeno un mese e per fare una bella pausa social. Non è possibile vivere una vita di perenne connessione: ti costringe a perdere il vero valore delle cose.
Per concludere… viaggio di maturità?
L’organizzazione è saltata. Spero di rimediarmi con i miei amici durante l’estate per organizzare qualcosa all’ultimo minuto… si vedrà in base alle possibilità.
Grazie mille per aver dedicato un po’ del tuo (in questo momento tanto prezioso) tempo!
Intervista a cura di Filippo Pasquini