AZIONE CATTOLICA: CHI SIAMO
Cos’è l’Azione Cattolica
«Che cosa è l’Azione Cattolica? Ne abbiamo parlato molto, ma mi pare che sia soprattuttouna realtà di cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici: è questarete di uomini e donne che lavorano in tutte le diocesi, e di giovani, e di adulti, e di ragazzi e di fanciulli, che in tutta la Chiesa italiana, con concordia, con uno spirito comune, senza troppe ormai sovrastrutture organizzative, ma veramente essendo sempre più un cuor solo e un’anima sola, cercano di servire la Chiesa. E questa è la grande cosa. Perché noi serviamo l’AC non poi perché ci interessa di fare grande l’AC; noi serviamo l’AC perché ci interessa di rendere nella Chiesa il servizio che ci è chiesto per tutti i fratelli.»
Vittorio Bachelet
Finalità dell’Azione Cattolica
L’Azione Cattolica assume come propria finalità la finalità stessa della Chiesa, vivendo questo orientamento non in un generico riferimento ad essa, ma nella concretezza del radicamento locale, là dove la Chiesa prende il volto di una terra, di una cultura, di una storia, di una città e prende la forma di una comunità raccolta attorno al proprio vescovo.
Diocesanità
I nostri vescovi hanno definito l’AC come l’esperienza di “laici dedicati con legame diretto e organico alla comunità diocesana”. Abbiamo accolto volentieri e con gioia una definizione che interpreta le intenzioni più profonde della nostra vita associativa, che sente come vitale il legame con la propria Chiesa, che vuole realizzarsi non facendo questa o quella cosa, assumendo questo o quel progetto ma piuttosto attraverso una disponibilità aperta e totale, creativa e responsabile alla propria Chiesa e al suo cammino, nel desiderio di contribuire a costruirla con il pensiero ed il servizio, nella condivisione della sua fede e della sua missione, con la corresponsabilità pastorale e con la disponibilità ad esplorare nuovi spazi di missione. In modo particolare l’AC vuole stringersi attorno al proprio vescovo per condividere il suo ministero di costruzione della comunione, perché le nostre comunità annuncino il Vangelo presentandosi prima di tutto come spazi aperti, fraterni, accoglienti.
Parrocchia
Sappiamo che il luogo naturale quotidiano in cui vivere il nostro radicamento ecclesiale è la parrocchia, dove la Chiesa si fa incontro a tutti; in cui fa famiglia, nel condividere la vicenda umana di tante persone e portando accanto a ciascuno la luce e la forza del Vangelo. La comunità parrocchiale continua ad essere il contesto ecclesiale in cui l’AC si impegna a svolgere il suo servizio quotidiano perché la Chiesa divenga ogni giorno casa per tutti, capace di annunciare a ciascuno la speranza del Vangelo.
Laicità e quotidianità
Il cuore della nostra esperienza è la scelta di vivere l’essenziale della vita cristiana, cioè la vocazione battesimale, dentro l’universale esperienza delle donne e degli uomini di oggi, senza nulla togliere a ciò che è comune a tutti. Questo ci chiede l’impegno a dare valore alla vita attraverso l’operosità, l’amore, la responsabilità, la dedizione; a costruire per tutti una civiltà dell’amore.
Siamo convinti che la Chiesa abbia bisogno della vocazione laicale per aprirsi sempre più alla vita, per accogliere ogni dimensione e salvarla, per diventare casa aperta, comunione offerta a tutti, vicenda di popolo. La nostra vocazione di laici cristiani è a servizio del compito della Chiesa tutta ad aprirsi al mondo, al territorio, alla vita, all’esistenza concreta di ogni persona.
Chiamati alla santità
Il cammino formativo dell’AC deve anche oggi aprire la strada alla santità, attraverso una vita cristiana essenziale, che abbia il suo cuore nella Parola e nella carità, nell’Eucaristia e nella vita sacramentale; nella condivisione del cammino di fede della propria comunità, nell’impegno ad acquisire uno stile mite e semplice, sobrio e accogliente, fraterno e partecipe…; nel testimoniare con gioia e maturità quell’aspetto paradossale della vita cristiana che ci fa essere leali cittadini nella nostra città, nella storia di oggi, ma al tempo stesso custodi gelosi di un originale stile evangelico.
Formazione
La fedeltà alla nostra tradizione e alla Chiesa di oggi ci dicono che ci sono dei percorsi obbligati per questa formazione: sono quelli che passano attraverso la Parola che costruisce la coscienza nell’ascolto e nella docilità allo Spirito; attraverso lo studio e quella pensosità che contrasta con la superficialità frettolosa che non sa osare l’interiorità; attraverso l’attenzione ai temi e ai problemi del tempo e della città, in un discernimento continuo condotto con gli strumenti della cultura e con quell’atteggiamento di amore al mondo che si esprime con la stessa intensità sia quando consente che quando contesta.
Missionarietà
L’impegno dell’AC è rivolto ad animare le scelte missionarie delle comunità parrocchiali, perché recuperino slancio missionario insieme alla fiducia di poter entrare in comunicazione anche con gli adulti e i giovani di oggi.
L’impegno dell’AC è rivolto anche ad ampliare gli spazi tradizionali della missione vivendo la laicità come un talento prezioso che permette di mostrare il volto buono della realtà, di farsene responsabili, di testimoniare nei luoghi della vita quotidiana che il Vangelo dà pienezza all’esistenza e alla nostra stessa umanità.
La ricerca e il dialogo, una testimonianza radicale ed esemplare ai valori evangelici, la ricchezza della nostra esperienza umana sono i percorsi lungo i quali da laici possiamo mostrare la forza e la bellezza del Vangelo e farci carico della domanda di speranza delle donne e degli uomini di oggi.
(Premessa allo Statuto)
L’AZIONE CATTOLICA NEI DOCUMENTI CONCILIARI
Da diversi decenni i laici sono andati consacrandosi sempre più all’apostolato in molte nazioni e si sono raccolti in forme varie di attività e di associazioni che, in unione particolarmente stretta con la gerarchia, si sono occupate e si occupano di fini propriamente apostolici. Tra queste o anche altre simili del passato, sono soprattutto da ricordare quelle che, pur seguendo diversi metodi, hanno prodotto abbondantissimi frutti nel regno di Cristo e, meritatamente raccomandate e promosse dai romani Pontefici e da molti vescovi, hanno avuto da essi il nome di Azione cattolica e spessissimo sono state descritte come collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico (34).
Queste forme di apostolato, si chiamino esse Azione cattolica o con altro nome, esercitano oggi un apostolato prezioso. Esse sono costituite dal concorso delle seguenti note caratteristiche prese tutte insieme:
a) Fine immediato di tali organizzazioni è il fine apostolico della Chiesa, cioè l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano ad impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti.
b) I laici, collaborando con la gerarchia secondo il modo loro proprio, portano la loro esperienza e assumono la loro responsabilità nel dirigere tali organizzazioni, nel ponderare le circostanze in cui si deve esercitare l’azione pastorale della Chiesa e nella elaborazione ed esecuzione del loro programma di azione.
c) I laici agiscono uniti a guisa di corpo organico, affinché sia meglio espressa la comunità della Chiesa e l’apostolato riesca più efficace.
d) Questi laici, sia che si offrano spontaneamente, o siano invitati all’azione e alla cooperazione diretta con l’apostolato gerarchico, agiscono sotto la superiore direzione della gerarchia medesima, la quale può sancire tale cooperazione anche per mezzo di un « mandato » esplicito.
Le organizzazioni in cui, a giudizio della gerarchia, si trovano tutte insieme queste note, si devono ritenere Azione cattolica, anche se, per esigenze di luoghi e di popoli, prendono varie forme e nomi. Il sacro Concilio raccomanda vivamente queste istituzioni, che certamente in molti paesi rispondono alle necessità dell’apostolato della Chiesa; invita i sacerdoti e i laici che lavorano in esse a tradurre sempre più in atto le note sopra ricordate e a cooperare sempre fraternamente nella Chiesa con tutte le altre forme di apostolato.
(Tratto da: Apostolicam actuositatem, N.20)
LE QUATTRO NOTE CARATTERISTICHE DELL’AZIONE CATTOLICA
TRADOTTE DALL’APOSTOLICAM ACTUOSITATEM
- L’Azione Cattolica è associazione laicale, guidata da laici;
- In Azione Cattolica vi è una struttura comunitaria ed organica;
- In Azione Cattolica i laici collaborano direttamente con la gerarchia ecclesiastica;
- Il fine immediato dell’Azione Cattolica è il fine apostolico della Chiesa stessa.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE: RAGAZZI, GIOVANI E ADULTI
Lungo le stagioni della vita
Il percorso formativo dell’AC si sviluppa lungo tutte le stagioni della vita. Chi ha la possibilità di iniziarlo dai suoi primi passi, nella fanciullezza, è accompagnato dall’associazione nel cammino di crescita, fino all’età adulta, con una proposta organica e progressiva.
(Tratto da: Azione Cattolica, Progetto formativo, cap. 5 “Gli itinerari formativi”)
L’ADESIONE ALL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA
L’appartenenza all’Azione Cattolica Italiana costituisce una scelta da parte di quanti vi aderiscono per maturare la propria vocazione alla santità, viverla da laici, svolgere il servizio ecclesiale che l’Associazione propone per la crescita della comunità cristiana, il suo sviluppo pastorale, l’animazione evangelica degli ambienti di vita e per partecipare in tal modo al cammino, alle scelte pastorali, alla spiritualità propria della comunità diocesana. (Statuto, Art. 15 c. 1)
Possono aderire all’Azione Cattolica Italiana quei laici che, accettandone la natura e i fini, intendono partecipare alla sua vita associativa. (Statuto, Art. 15 c. 2)
L’adesione viene confermata ogni anno, in ragione della progressiva crescita di consapevolezza del socio di partecipare alla vita dell’associazione e, per essa, alla vita della comunità cristiana e della società civile. (Atto Normativo diocesi di Rimini, Art. 2 c. 4)
L’AZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI RIMINI
Breve storia
Nel 1870, a due anni dalla fondazione della Società della Gioventù Cattolica Italiana, nascono a Rimini le prime associazioni di Azione Cattolica, seguite ed assistite nel loro nascere dal conte Giovanni Acquaderni di Bologna, cui fanno frequente riferimento.
L’associazione, pur nella fatica di crescere ed espandersi nel territorio riminese, ben presto si qualifica per la sua presenza nel mondo ecclesiale e per il suo attivo operare nella vita sociale e civile del territorio.
Dall’indimenticabile Circolo Contessi, la sua azione formativa si estende ben presto nella chiesa locale, diocesana e parrocchiale, affidando alla storia della Chiesa riminese indimenticabili figure di apostoli e testimoni, tra cui spiccano quelle di Mons. Girolamo Mauri, Mons. Antonio Pallotta, Igino Righetti, il Beato Alberto Marvelli, la Venerabile Carla Ronci, Luigi Zangheri, Mons. Walter Pasolini, Don Giuseppe Semprini (don Pippo).
La presenza nella vita sociale e civile si avvale delle realizzazioni dell’Opera dei Congressi, con le sue numerose iniziative a favore dei meno favoriti, la promozione delle Casse Rurali e la diffusione dell’istruzione e della cultura tra i ceti popolari.
Il battagliero settimanale “L’Ausa” testimonia la partecipazione dell’Associazione alla vita sociale e politica della città e della provincia.
L’impegno dell’Associazione a lenire le sofferenze della popolazione durante la seconda guerra mondiale e nel periodo della ricostruzione, in modo esemplare guidato dal Beato Alberto Marvelli, consacra la presenza dell’Azione Cattolica nel tessuto connettivo del territorio riminese.
Lo sviluppo turistico del dopoguerra, che fortemente impegna le comunità ecclesiastiche locali, vede l’Azione Cattolica protagonista di un nuovo tipo di azione pastorale.
Il Concilio Vaticano II, cui storicamente segue la diaspora dalle comunità parrocchiali di tanto laicato cattolico, consacra la vocazione parrocchiale dell’associazione, alla quale si deve in parte la rinascita di una vita pastorale e missionaria nelle comunità locali.
La presenza nella vita della Diocesi ha visto le Scuole di Vita Cristiana, la formazione degli operatori pastorali, l’attività culturale del Centro Vittorio Bachelet e del Centro Paolo VI.
Alla nascita a Rimini di un consistente polo universitario, che ha cambiato il volto della città, l’Azione Cattolica risponde con le molteplici attività della FUCI.
La beatificazione di Alberto Marvelli da parte di Giovanni Paolo II a Loreto nel settembre 2004 ha posto il sigillo all’identità dell’Azione Cattolica Riminese, affidandole il compito di collaborare alla missione della Chiesa in un territorio, come la provincia di Rimini, così particolare per la sua vocazione turistica e per la presenza di persone di tante provenienze.